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Lo stress può influenzare il processo di impianto dell’embrione?

Da Dott. José Manuel Navarro Pando (ginecologo).
Ultimo aggiornamento: 18/08/2025

Sì, lo stress può influenzare il processo di impianto dell’embrione, anche se il suo impatto preciso è ancora oggetto di studio. Da una prospettiva biologica e clinica, lo stress fisico o psicologico può alterare diversi meccanismi coinvolti nell’impianto.

L’impianto embrionale rappresenta uno degli eventi più delicati e determinanti del processo riproduttivo umano. Coinvolge una complessa sincronizzazione tra la qualità dell’embrione, la recettività endometriale e il microambiente uterino. Molti fattori possono influenzare negativamente questo processo e, tra essi, lo stress è stato ampiamente studiato come possibile modulatore negativo.

Sebbene non vi sia un consenso assoluto sul suo impatto diretto, le evidenze scientifiche attuali suggeriscono che lo stress fisico o emotivo prolungato possa alterare diversi sistemi fisiologici coinvolti nell’impianto, riducendo indirettamente le probabilità di successo, soprattutto nei contesti di procreazione medicalmente assistita (PMA).

Lo stress e la sua influenza endocrina: l’asse HPA e il progesterone

Lo stress attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), provocando un rilascio prolungato di cortisolo, l’ormone principale dello stress. L’elevazione cronica del cortisolo può alterare la secrezione delle
gonadotropine (LH e FSH), interferendo con l’ovulazione, la luteinizzazione e la produzione di progesterone da parte del corpo luteo.

Il progesterone è indispensabile per preparare l’endometrio all’impianto, promuoverne la decidualizzazione e mantenere un ambiente immunologicamente tollerante. Una diminuzione dei suoi livelli o un’alterazione della sua segnalazione possono compromettere la finestra d’impianto, riducendo la recettività endometriale nel momento cruciale.

Impatto dello stress sul sistema immunitario endometriale

Il processo di impianto richiede un equilibrio immunitario finemente regolato, caratterizzato da una transizione da un ambiente inizialmente pro-infiammatorio a uno immunotollerante, che consenta l’invasione trofoblastica. Lo stress emotivo o fisico può alterare questa dinamica, promuovendo una risposta infiammatoria sistemica con aumento di citochine come IL-6, TNF-α e IL-1β. Queste citochine possono modificare il profilo immunologico dell’endometrio, ostacolando la decidualizzazione, riducendo la tolleranza materna verso l’embrione e impedendo un’invasione trofoblastica corretta.

Vasocostrizione e riduzione del flusso sanguigno uterino

Un altro meccanismo proposto è la riduzione del flusso sanguigno uterino associata allo stress, conseguente al rilascio di catecolamine (adrenalina e noradrenalina). Queste sostanze provocano vasocostrizione periferica, compromettendo la perfusione dell’endometrio.

Un endometrio con vascolarizzazione insufficiente può non essere in grado di sostenere il processo d’impianto, poiché una corretta irrorazione è fondamentale per l’ancoraggio embrionale e lo sviluppo iniziale del trofoblasto.

Fattori comportamentali associati allo stress

Lo stress non agisce solo attraverso meccanismi fisiologici. Spesso è associato a comportamenti che possono compromettere la fertilità e l’impianto, tra cui: disturbi del sonno, dieta squilibrata, consumo di alcol o tabacco, minore aderenza al trattamento. Questi fattori, sebbene secondari, contribuiscono alla creazione di un ambiente subottimale per l’impianto embrionale, soprattutto quando coesistono con cause mediche o strutturali di infertilità.

Evidenze nella procreazione medicalmente assistita (PMA)

Numerosi studi hanno analizzato la relazione tra livelli di stress e risultati della fecondazione in vitro (FIV), con risultati contrastanti. Sebbene alcuni studi non abbiano trovato differenze significative,
meta-analisi recenti suggeriscono che la riduzione dello stress possa essere associata a maggiori tassi
di gravidanza e a un minor rischio di aborto.

Inoltre, interventi psico-emotivi (come la terapia cognitivo-comportamentale, la mindfulness o i programmi di supporto emotivo) hanno dimostrato un impatto positivo sull’esperienza della paziente e, in alcuni casi, anche sui risultati riproduttivi.

Sebbene lo stress non debba essere considerato la causa unica o determinante del fallimento dell’impianto, il suo impatto fisiologico, immunologico e comportamentale può influenzare negativamente la recettività endometriale e il successo riproduttivo, soprattutto nei trattamenti complessi come la FIV.

Per questo, la medicina della riproduzione moderna deve adottare una visione integrata del paziente, includendo strategie di supporto emotivo e psicologico come parte integrante del trattamento, in particolare nei casi di: infertilità inspiegata, fallimenti ripetuti d’impianto, ansia durante i trattamenti.

Promuovere il benessere emotivo non solo migliora l’esperienza della paziente, ma può anche contribuire a risultati clinici migliori. L’impianto dell’embrione non è solo un fenomeno biologico, ma anche un evento profondamente influenzato dall’ambiente, dall’equilibrio interno e dalla salute globale della persona che lo vive.

Potete leggere l'intero articolo a: Che cos’è l’impianto embrionale e quando avviene? ( 61).
Dott. José Manuel  Navarro Pando
Dott. José Manuel Navarro Pando
Ginecologo
José Manuel Navarro ha studiato Medicina presso l’Università di Siviglia e si è formato in Endocrinologia Riproduttiva presso l’IVI di Valencia. Inoltre, ha frequentato diversi corsi di formazione e vanta una lunga esperienza come ginecologo.
Numero di iscrizione all'albo medico: 414111672
Ginecologo. José Manuel Navarro ha studiato Medicina presso l’Università di Siviglia e si è formato in Endocrinologia Riproduttiva presso l’IVI di Valencia. Inoltre, ha frequentato diversi corsi di formazione e vanta una lunga esperienza come ginecologo. Numero di iscrizione all'albo medico: 414111672.