Le pazienti di oncologia hanno diverse opzioni per preservare la loro fertilità: crioconservazione del tessuto ovarico, vitrificazione delle uova e conservazione degli embrioni. La scelta dell'una o dell'altra tecnica dipenderà dall'età del paziente e dai limiti del suo trattamento oncologico:
- Donne adulte: Le donne dopo la pubertà potranno congelare i loro ovuli dopo la stimolazione ovarica. Il congelamento degli embrioni richiede la fecondazione degli ovuli con lo sperma del partner o di un donatore di sperma. La donna può subire un ciclo di fecondazione in vitro e crioconservare gli embrioni creati in laboratorio. Queste due tecniche presentano un protocollo standardizzato che viene applicato ai pazienti che vogliono preservare la loro fertilità, così come alle coppie che si sottopongono a cicli di riproduzione assistita. La sopravvivenza di ovuli ed embrioni dopo lo scongelamento è elevata, il che garantisce la conservazione della fertilità durante il tempo necessario alla paziente per recuperare dopo il trattamento del cancro.
- Ragazze che non hanno raggiunto la pubertà: nel caso delle ragazze in età prepuberale, non sono ancora nella loro fase fertile. Pertanto, non possono essere stimolati a creare un numero sufficiente di uova mature per essere crioconservati. La tecnica utilizzata con queste pazienti oncologiche è la conservazione del tessuto ovarico, dove i follicoli primordiali e primari, precursori delle uova, possono essere congelati. Una volta superato il trattamento del cancro e raggiunta l'età adulta, la paziente sarà in grado di innestare nuovamente il tessuto ovarico e di ripristinare la sua funzione ovarica. Questa tecnica è ancora in fase sperimentale, ma le prime gravidanze con il trapianto di corteccia ovarica sono già state ottenute e promette di essere una tecnica di speranza per tutte quelle ragazze che sono state individuate con il cancro nella loro infanzia.
La tecnica della crioconservazione della corteccia ovarica trova applicazione anche in quelle donne adulte con cancro che non possono sottoporsi a trattamenti di stimolazione ovarica prima del trattamento del cancro, o la stimolazione ormonale peggiorerebbe lo stato della loro malattia.
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Da Dott.ssa Blanca Paraíso (ginecologa), Dott. Juan Antonio García Velasco (ginecologo), Laura Parra Villar (embriologa), Dott.ssa Marita Espejo Catena (ginecologa) e Romina Packan (invitra staff).
Ultimo aggiornamento: 01/12/2020