Tra i test più comuni utilizzati per diagnosticare l'infertilità o la sterilità femminile ci sono i seguenti:
- Analisi ormonale
- Si analizzano ormoni come FSH, estradiolo, LH, progesterone e AMH (ormone anti-Mülleriano), che sono i principali ormoni sessuali femminili, per verificare la funzionalità delle ovaie e dell'ipofisi della paziente.
- Isterosalpingografia (HCG)
- chiamato anche uterosalpingografia, è un test diagnostico che permette di osservare la struttura dell'utero e valutare la funzionalità delle tube di Falloppio. Sono osservati per mezzo di raggi X e di un mezzo di contrasto liquido radiopaco. Grazie all'HSG è possibile rilevare malformazioni uterine, salpingite, idrosalpinge, fibromi, polipi, ecc.
- Studio del cariotipo
- è uno studio cromosomico il cui obiettivo è trovare eventuali alterazioni legate alla fertilità della donna, sia che si tratti di alterazioni numeriche (numero errato di cromosomi) o strutturali (la struttura è alterata). Si esegue per mezzo di un esame del sangue.
- Test ginecologici
- includono la citologia vaginale e l'ecografia transvaginale. Con la citologia o Pap test si può verificare se c'è qualche infezione o alterazione nelle cellule della cervice che può influenzare la fertilità della paziente. Per mezzo dell'ecografia, l'utero può essere visualizzato e può essere fatto un conteggio dei follicoli antrali dell'ovaio.
Normalmente, tutti questi test vengono eseguiti quando la donna arriva nell'ufficio del medico annunciando un possibile problema legato alla sua fertilità, dopo aver provato per un anno senza successo. Se la donna ha 36 anni o più, si raccomanda di richiedere questi test sei mesi dopo aver provato senza gravidanza.
Potete leggere l'intero articolo a: Esami per la infertilità femminile: quali sono e quale fare? ( 26).
Da Dott. Joel G. Brasch (ginecologo), Sara Salgado (embriologa), Dott.ssa Valeria Sotelo (ginecologa), Zaira Salvador (embriologa) e Romina Packan (invitra staff).
Ultimo aggiornamento: 27/01/2021